Assicurazione: la scommessa buona (e conveniente)

Tra le eccezioni più bizzarre e meno fondate che si possano sentire sul mondo delle polizze assicurative, c’è sicuramente quella di tipo spirituale: io non credo nelle assicurazioni.
Quando mi capita di sentirla mi viene sempre spontaneo rispondere che in effetti le polizze non sono delle preghiere di una particolare religione, da sottoscrivere come atto di fede, e facendomi a quel punto una sana risata assieme al cliente rompo il ghiaccio.
Però riflettendoci su, il mio ateo cliente forse mi ha dato un suggerimento…ma si, manteniamo il parallelismo, che mi fa tornare ai tempi del liceo con annessi studi filosofici.
Sapete cos’è la scommessa pascaliana? Il filosofo e matematico Blaise Pascal giunse a questa conclusione dopo attenta valutazione:


se proprio devo scommettere sull’esistenza o meno di Dio, mi conviene credere che esista.

Rinunciando infatti a poco sulla vita terrena, potrei avere la beatitudine eterna. In caso poi Dio non esistesse, non avrei perso granché.
Beh, le assicurazioni non sono religione e le polizze non hanno l’effetto di una preghiera, ma il paragone (incredibilmente!) tiene: rinunciando a poco in termini economici, potrei avere enormi benefici (spesso incalcolabili) in caso di sinistro. Pertanto non potendo avere la certezza sugli eventi futuri posso comunque affidarmi a Pascal e considerare che, dei piccoli sacrifici quantificabili, mi possano dare la sicurezza che in caso di necessità il beneficio sarà enormemente maggiore alla spesa.
E se tutto va bene ho speso un po’ del mio denaro guadagnando la tranquillità, da subito: al posto dell’evento dannoso non misurabile e preventivabile, ho messo una polizza.
E così sia 😀

Fonte foto: web

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